Mese: aprile 2015

L’inadeguatezza personale nella poetica di Nanni Moretti.

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bianca_Pillola brevissima dedicata a tutti quelli che non riescono a farsi una ragione del fatto che Nanni Moretti non sia ormai definitivamente più il narciso autarchico che bastonava un’Italia alla deriva (e diverse generazioni di giovani, ora non più tanto giovani, alla deriva con essa).
Occorre tenere in considerazione che c’è un tema che fa da filo conduttore nei film di Nanni Moretti, sin dal suo esordio: è la riflessione su una profonda inadeguatezza personale. Non solo sull’inadeguatezza, sullo sbandamento della collettività.

E’ dall’attrito, dal conflitto tra la propria inadeguatezza – a vivere, esser felice, esser diverso e migliore – e l’inadeguatezza di tutti quanti gli altri, con le loro debolezze più o meno manifeste o mascherate (e smascherate dal Moretti regista), che scaturisce la grandezza (tragica) di un film come “Bianca”. In quell’attrito stava lo scacco generazionale, accompagnato dalla lucidità di un acuto osservatore che si mette(va) al centro della scena, criticando sé per primo.
Dove, invece, soprattutto negli anni ’90 come in “Aprile”, Moretti è stato più se stesso e quasi totalmente privo di autocritica, non ha dato i migliori risultati (“Caro Diario” è un’eccezione, che magari ha altri meriti, ma – tolto il grandissimo primo “capitolo” – resta forse un po’ sopravvalutato).

Il monolito di carne. L’incipit di “Eyes Wide Shut”.

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EWS

Come un lampo, in mezzo ai titoli di testa si staglia improvvisa Nicole Kidman che si spoglia di schiena. Abbiamo appena il tempo di spalancare (wide) gli occhi per doverli richiudere (shut) subito, sul nero dello sfondo dei titoli. E’ un amo lanciato …continua a leggere su Cineforum!

“Take me back to reality!”. Lo splendido “Mia madre” di Nanni Moretti.

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Capranichetta_BuyRacconto dell’elaborazione anticipata di un lutto e di un disorientamento esistenziale, “Mia madre” punta a disarmare la finzione, dismettere le maschere, perseguendo tenacemente l’autenticità: della vita come del cinema.

Il film più maturo e armonioso di Nanni Moretti; serio candidato alla Palma d’oro al prossimo festival di Cannes.

Qui la mia recensione, su Ondacinema:

MIA MADRE di Nanni Moretti.

Voto 9.

LO SPAZIO E L’ARCHITETTURA NEL CINEMA DI ANTONIONI.

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ECLISSENel 2006 avevo realizzato, per conto di un’ente privato, questa cosa qui, che mi sono finalmente deciso a tirare fuori da un cassetto e pubblicare su youtube. E’ una sorta di video saggio, un documentario composto interamente di sequenze di film di Michelangelo Antonioni (quelli compresi fra “L’avventura” e “Professione: reporter”), montate fra loro per analogia, allo scopo di analizzare l’innovativo uso dello spazio e degli ambienti nel cinema del maestro di Ferrara, sino ai richiami alla pittura informale nel finale di “Zabriskie Point”. La voce over è la mia, registrata in modo artigianale. Avrebbe dovuto essere reincisa in studio, quindi quella che ora vedrete è una bozza. Peraltro all’epoca non tutti le opere di Antonioni si trovavano in digitale: alcune fonti erano in vhs e ovviamente la qualità video ne risente. Al netto di questi aspetti il lavoro di montaggio e l’analisi condotta ritengo sia ancora valida e meriti di essere finalmente divulgata. Buona visione, se vi va: LO SPAZIO E L’ARCHITETTURA NEL CINEMA DI ANTONIONI.

“La scomparsa di Eleanor Rigby”. Un’operazione cinematografica di valore, che riflette su relatività e libero arbitrio.

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la-scomparsa-di-eleanor-rigbyIl progetto dell’esordiente newyorkese Ned Benson è un film composto di due film, “Lei” e “Lui”, che racconta da due punti di vista diversi le vicende di una coppia che si è separata: è possibile scegliere di vedere per primo il film che si preferisce (è possibile pure vederne uno solo, anche se si perderà il senso e il fascino dell’operazione). La linea cronologica è sovrapposta, ma le vicende narrate sono autonome, e s’intrecciano solo in poche sequenze che vedono i protagonisti contemporaneamente in scena.
Esiste poi un film ulteriore, “Loro”: una selezione di sequenze di “Lei” e “Lui” in montaggio alternato, per una durata ridotta di oltre un terzo, a circa due ore. L’idea di montare e distribuire “Loro” è successiva e non rientra nel progetto originario.

Uscito in Italia direttamente in home video, al nome “La scomparsa di Eleanor Rigby” rispondono quindi due film distinti: il primo è composto da “Lui” e “Lei” congiuntamente, mentre l’altro film è “Loro”. “Lui” e “Lei” compongono a tutti gli effetti un’opera …continua a leggere su Ondacinema.

“Into the woods”. Gli effetti collaterali dei desideri.

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into-the-woods-streepLa trasposizione del musical di Broadway del 1987 per mano di Rob Marshall (Chicago, Nine) è opera modesta e tutt’altro che memorabile, dalla regia pigra e svogliata. i suoi meriti sono ascrivibili principalmente allo script di James Lapine, autore delle liriche anche del musical, oltre a qualche buona interpretazione (prima fra tutte, infallibilmente, quella di Meryl Streep).

La RECENSIONE COMPLETA su Cineforum.