Mese: novembre 2013

“LA VITA DI ADELE”. SGUARDO INNAMORATO SU RAGAZZA INNAMORATA

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Link al mio articolo su “La vita di Adele” di Abdellatif Kechiche (palma d’oro Cannes 2013), pubblicato su Filmscoop

“Gloria” di Sebastiàn Lelio

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Un film che appassiona con uno dei ritratti di donna, fatti da un uomo, più veraci e sensibili che si siano mai visti sullo schermo.
Una riflessione sull’avanzare dell’età, sulla strenua determinazione a mantenersi giovane nonostante l’infittirsi di una pesante solitudine. Commuove la perfetta naturalezza con la quale convivono, nell’animo della protagonista (interpretata splendidamente da Paulina García), spirito sbarazzino e adulta maturità.
L’uomo è descritto, per l’ennesima volta al cinema e in modo convincente, come un codardo e un immaturo.
Anche se probabilmente non è film epocale, “Gloria” è un autentico gioiello – prodotto fra gli altri da Pablo Larraín, il più importante e ambizioso regista cileno (autore della trilogia “Tony Manero”, 2008, “Post Mortem”, 2010, e “No – i giorni dell’arcobaleno”, 2012). Merita attenzione la cinematografia, assai vivace, del paese di Neruda, in questi giorni in concorso al Festival di Roma 2013 con “Volantin Cortao”, opera prima di Diego Ayala e Anibal Jofré.

Giudizio: 8

“SACRO GRA”. IL NUOVO CINEMA DEL REALE

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Il motivo per cui il leone d’oro a “Sacro Gra” è significativo è perché per la prima volta in uno dei festival più importanti viene premiato questo tipo di cinema del reale, che quest’anno ha avuto forse una sua vetta nel documentario “The act of killing”. E’ un cinema che ci costringe a interrogarci sul rapporto tra finzione e autenticità. Non c’è dubbio che i confini fra fiction e autenticità rimangono in piedi: il punto è che si fanno meticci, ibridi. Continua a leggere…

“THE ACT OF KILLING”. LA POTENZA DELL’AUTENTICITA’

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 The act of killing

La storia la scrivono i vincitori. E quando il conflitto è un conflitto civile, e i vincitori si servono di assassini, e questi assassini non vengono mai puniti, e il mondo non se n’è mai occupato? “Mi portino pure all’Aja” dice, con leggerezza e tracotanza, senza ovviamente crederci, uno dei personaggi reali (protagonisti di questo allucinante, folgorante, geniale documentario), che all’Aja probabilmente non ci andrà mai (ma chissà?), per dei crimini commessi 50 anni fa. Continua a leggere…