“Gloria” di Sebastiàn Lelio

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Un film che appassiona con uno dei ritratti di donna, fatti da un uomo, più veraci e sensibili che si siano mai visti sullo schermo.
Una riflessione sull’avanzare dell’età, sulla strenua determinazione a mantenersi giovane nonostante l’infittirsi di una pesante solitudine. Commuove la perfetta naturalezza con la quale convivono, nell’animo della protagonista (interpretata splendidamente da Paulina García), spirito sbarazzino e adulta maturità.
L’uomo è descritto, per l’ennesima volta al cinema e in modo convincente, come un codardo e un immaturo.
Anche se probabilmente non è film epocale, “Gloria” è un autentico gioiello – prodotto fra gli altri da Pablo Larraín, il più importante e ambizioso regista cileno (autore della trilogia “Tony Manero”, 2008, “Post Mortem”, 2010, e “No – i giorni dell’arcobaleno”, 2012). Merita attenzione la cinematografia, assai vivace, del paese di Neruda, in questi giorni in concorso al Festival di Roma 2013 con “Volantin Cortao”, opera prima di Diego Ayala e Anibal Jofré.

Giudizio: 8

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