Roma 2013

“Closet Monster”, promettente esordio di Stephen Dunn

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locandina_Closet_MonsterVisto alla X festa del cinema di Roma, l’esordio nel lungometraggio di Stephen Dunn, che al 40° festival di Toronto ha vinto il premio come miglior film canadese, è passato a Roma del tutto sotto silenzio, confinato – un po’ incongruamente e oltretutto fuori concorso – nella sezione “Alice nella città”. Si tratta invece di un esordio degno della massima attenzione: un’opera immaginifica che, seguendo le orme di Xavier Dolan (di cui Dunn è coetaneo), non rinuncia a citare anche Cronenberg per coinvolgere lo spettatore nel coming-of-age di Oscar (Connor Jessup), un ragazzo alla scoperta della propria omosessualità, in un contesto sociale da cui emerge un livello di omofobia preoccupante.

Diciamo subito che l’emulazione di Dolan è evidente. Anzi lo è al punto da non costituire un limite su cui insistere (meno che mai un difetto): Dunn, oltre a rivelarsi assolutamente padrone del mezzo con una messa in scena a dir poco vivida, sembra possedere una sua personale cifra estetica, tutt’altro che embrionale, che lo distingue dal famoso collega. …continua a leggere su Ondacinema.

“LEI” (“HER”), ovvero: della persistenza della memoria emotiva, e del bisogno d’amore nel solipsismo dell’era digitale.

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HER“Her” è un capolavoro. Un classico. Italo Calvino avrebbe elogiato questo film. Leggerezza. Rapidità. Esattezza. Visibilità. Molteplicità. Le lezioni americane fatte film.

In “Her” (dialoghi stupendi, regia baciata dalla grazia, interpretazioni magistrali, fotografia fantastica) c’è un equilibrio miracoloso tra profondità e levità. Il bisogno universale di contatto e amore dialoga poeticamente con la tendenza al solipsismo propria dell’era digitale. Continua a leggere…