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La tradizione della nostalgia

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La nostalgia è una tradizione, forse la tradizione, della cultura americana” (Franco La Polla, Il nuovo cinema americano, 1978).

Alcuni film lavorano sull’elemento nostalgico intrinseco nel mettere in scena il passato, e riflettono sulle costanti che legano tra loro varie epoche, e il pas­sato al presente.

Carol, Todd Haynes, 2015

XXth Century Women (Le donne della mia vita), Mike Mills, 2016

Wonderstruck (La stanza delle meraviglie), Todd Haynes, 2017

Everybody Wants Some!! (Tutti vogliono qualcosa), Richard Linklater, 2016

“Carol” di Todd Haynes

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Carol_Cate_Rooney_2La forza di un film come “Carol”, ambientato nei primi anni ’50, deriva in buona parte dal fatto di provenire direttamente da quegli anni. Lo script di Phyllis Nagy, infatti (“Carol” è il primo film di Todd Haynes la cui sceneggiatura non porta la sua firma), è tratto dal secondo romanzo di Patricia Highsmith, “The price of salt” (questo il titolo col quale fu originariamente pubblicato nel 1952), un romanzo che la scrittrice – nonostante il grande successo dell’esordio, portato sullo schermo da Hitchcock – ebbe non poche difficoltà a pubblicare, riuscendo infine a farlo sotto pseudonimo, a causa del suo soggetto omosessuale in contrasto con la morale puritana dell’epoca.

Carol è Cate Blanchett, in un’altra delle sue superbe interpretazioni (solo pochi giorni fa l’avevamo ammirata in “Truth”). Una donna altoborghese in crisi con il marito e con una bambina piccola, consapevole sin da giovane della propria omosessualità, la quale prova attrazione, ricambiata, per Therese (Rooney Mara, premiata al festival di Cannes per la sua stupenda interpretazione), giovane commessa del reparto giocattoli di un grande magazzino di Manhattan. Carol: caso vuole che il nome …continua a leggere su OndaCinema.