“Dunkirk” (C. Nolan, 2017) e “1917” (Sam Mendes, 2019)

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Per mostrare l’incertezza in cui in guerra si rischia la vita a ogni piè sospinto, entrambi i film – costruiti in modo opposto a partire dal montaggio – assumono e mantengono un punto di vista interno a una sola parte del conflitto, senza che il nemico si veda praticamente mai (e sen­za naturalmente mai assumere neanche per un attimo il punto di vista del nemico). Si percepisce l’aleatorietà di ogni avvenimento, la minaccia continua della morte, che può giungere del tutto inaspettata.

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