CLASS ENEMY, o delle ipocrisie della partecipazione.
“Class Enemy”, esordio del non ancora trentenne sloveno Rok Biček – vincitore della Settimana della Critica a Venezia 2013 – si svolge tutto racchiuso entro le mura di una scuola. Zupan, professore di tedesco dai metodi apparentemente fermi a un’epoca che diremmo pre-‘68, sostituisce una professoressa molto amata dalla sua classe, che si deve assentare per maternità. L’impatto con la classe, abituata a metodi educativi odierni – partecipati, morbidi e finanche lassisti – sarà traumatico. Appena pochi giorni dopo, verrà dato alla classe l’annuncio scioccante del suicidio di una studentessa, che proprio da Zupan aveva subito un severo ammonimento. Zupan rimane imperturbabile: pretende anzi di fare della morte della ragazza un esempio educativo. E si ostina in lezioni in lingua totalmente prive di empatia. In classe cova la rivolta.
Giacché fa di una classe scolastica un metaforico microcosmo sociale, è inevitabile raffrontare la pellicola di Rok Biček con… Continua a leggere…
Giudizio: 7