TIME OUT OF MIND di Moverman: un distillato di minimalismo tra Carver e Hopper
Un film piatto, monotono, può essere un grande film. Ritmo lento, dilatato; prosciugamento del plot (manca, o quasi, l’elemento narrativo); camera fissa e inquadrature studiate (mai estetizzanti); rari movimenti di macchina. “Time out of Mind” di Oren Moverman, film fortemente voluto da Richard Gere – che oltre ad esserne interprete l’ha prodotto – è un film indipendente coraggiosamente autonomo rispetto agli omologati standard Sundance.
Si può ritenere esteticamente discutibile la scelta di una star-icona del calibro di Richard Gere di interpretare George, un senzatetto newyorkese? Si può, ma solamente qualora l’assenza di una narrazione canonica e di cambi di ritmo faccia venire nostalgia di cinema diretto. O magari di un documentario vero e proprio, anziché di un film di fiction in stile documentaristico. Ma occorre essere attenti, saper guardare. In questo film Moverman …continua a leggere