Chi sostiene che la Commedia è una forma artistica di valore non inferiore alla Tragedia, in ambito cinematografico qui trova decisamente i suoi motivi più validi.
Un incantamento. Chaplin, senza cadere neppure per un attimo nel melenso, vola altissimo nel rappresentarci la forza del sogno come ricchezza più grande per vivere, anche nella società disumanizzata dei tempi moderni. Più che profetico, era attuale (la grande depressione). Più che politico, era antropologico. Più che profetico o attuale, è universale.
“Tempi moderni” è uno dei grandissimi classici del XX secolo.
Inquadratura finale tra le più famose e citate della storia del cinema. L’autorevolezza di questa meravigliosa pellicola, accessibile davvero a tutti, bambini compresi, in ogni epoca, è tale che non occorre aggiungere molto.
Nel 1936 il sonoro era già lo standard da sei anni: Chaplin, consapevole dei suoi mezzi, continua a far parlare i cartelli, lasciando muti i labiali! Per tutto il film, parlano soltano le macchine, le radio: insomma i segni della modernità. E quando si sente la sua voce, lo fa cantando. Stupendo.