ENTRE LES MURS, Cantet

la classeTutti i film di Cantet contengono allusioni al mondo contemporaneo, che travalicano la vicenda e l’ambiente cui sono circoscritti. I film di Cantet possono essere visti come allegorie di qualcosa di più vasto, che riguarda la società in cui viviamo. “La classe” non fa eccezione. Sia chiaro: esso vale tantissimo anche visto “solamente” come ritratto vivace e affascinante del caos di una classe multietnica della banlieue parigina. Vale quasi da sola la Palma d’oro, la riuscita dell’esercizio di stile rappresentato dal fatto di esser stato girato interamente all’interno di una scuola (“Entre les murs”), lasciando largo spazio all’improvvisazione. Ma “La Classe” ha un valore aggiunto. Descrive benissimo, per allusione, e come in uno specchio (come un microcosmo rispecchia un macrocosmo) l’impossibilità e l’incapacità di governare da parte di qualsiasi autorità; il fermento inarrestabile del “sud del mondo”; i limiti di comprensione e l’ottusità del “nord” che vorrebbe arrogarsi la guida e fare ordine. E le modalità con cui si innescano dinamiche conflittuali fra le due parti – che nel film sono ritratte nella classe da un lato, e nel corpo insegnante dall’altro (con tutte le sfumature rappresentate da ogni singolo individuo appartenente a una delle due parti).

Tale è la vivace cacofonia e l’importanza dei diversi accenti parlati, che il film va visto necessariamente in lingua originale.


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