Eroi deboli
La diffusione di “mind game movies” va di pari passo alla diffusione di eroi deboli, pieni di incertezze e ripensamenti, sensazione di fallimento o di non essere all’altezza delle proprie responsabilità. È l’approdo di un lungo percorso, che inizia tra anni Novanta e primi Duemila: “L’eroe sveste i panni muscolari degli anni Ottanta per farsi più complicato e problematico, sofferto e – talvolta – inetto. (…) personaggi il cui sistema percettivo e la cui capacità di relazionarsi con la realtà circostante” appare inadeguata (Franco Marineo, “Il cinema del terzo millennio. Immaginari, nuove tecnologie, narrazioni”, 2014).
